Scarpe Uomo donna

La scarpa è un accessorio del vestiario, che riveste e protegge il piede e permette a chi lo indossa di camminare più facilmente su ogni superficie. È solitamente realizzata in pelle, stoffa, cuoio o vari materiali sintetici ed è costituita da una parte inferiore che poggia a terra, la suola, e da una parte superiore più o meno estesa, detta tomaia, che ricopre il dorso del piede fino all’altezza del malleolo. Una scarpa può avere la suola piatta o essere dotata di un tacco, che rende la camminata più agevole e conferisce una maggiore altezza a chi la indossa. La tomaia può essere dotata di una stringatura, la quale permette alla calzatura di aderire più strettamente al piede che la indossa.

La suola è la parte inferiore della calzatura a diretto contatto con il terreno. È la parte principale di una calzatura, destinata a proteggere la pianta del piede. Le suole sono state realizzate per secoli in legno, per gli zoccoli, in paglia o altre fibre intrecciabili per sandali e ciabatte, in cuoio o in gomma; con l’invenzione delle materie sintetiche si cominciarono ad usare mescole di tecnofibre (come il vibram, per gli scarponi, o l’EVA e il phylon per scarpe sportive).

Nelle scarpe e stivali è collegata alla tomaia con incollaggio o cucitura, manuale per le scarpe più costose. Alla sua parte posteriore si applica il tacco, mentre nella parte anteriore può essere presente un rialzo chiamato plateau. Il punto più stretto posto tra il tacco e la punta della suola di una scarpa prende il nome di fiosso.

Per aumentare la vita utile della scarpa, può essere incollato un materiale antisuola. Il trattamento può essere ripetuto più volte, quando la protezione risulta consumata. Il materiale può essere gomma in lattice o kevlar, ed è applicato anche al tacco.

Il tacco è un elemento della calzatura posto sotto il calcagno. La sua funzione principale è estetica, ovvero aumentare la statura e

dare slancio al polpaccio. Si trova applicato a scarpe, stivali o sandali.

Venne introdotto nel II secolo d.C. in Persia per dare maggiore stabilità ai cavalieri sulle staffe durante le battaglie. Successivamente, intorno al 1350 d.C., comparve in Turchia e in Ungheria. Attorno al 1605, la presenza dei tacchi nei primi listini prezzi testimonia la loro diffusione in Europa, dove la funzione era puramente estetica, con lo scopo di far apparire la persona più alta: infatti era a forma di cuneo, posto tra la suola e il tallone. Mentre nell’epoca barocca trova la sua massima espressione per altezza e decorazioni, agli inizi del XIX secolo perde importanza a favore di scarpe di seta prive di tacco.

I materiali con i quali si realizza il tacco sono: cartone, recuperi del cuoio, plastica e gomma con la funzione di isolante. Gli strati sono incollati uno sopra l’altro. Il cartone è utilizzato perché si tratta di un materiale decisamente più economico e più leggero rispetto alla vera pel

le. Se il tacco è realizzato in cartone, solitamente viene posto un penultimo strato di pelle e l’ultimo di gomma. Sia con un tacco di vero cuoio, che di cartone, la gomma è applicata all’ultimo strato, a contatto con il terreno, per proteggere la pelle e/o il cartone dall’umidità e dalla pioggia, assicurando una maggiore durata della scarpa.

Nell’ultimo decennio, l’avvento della tecnologia ha caratterizzato anche la produzione dei tacchi, specie quelli da donna, che ormai si producono esclusivamente in plastica per poi essere rivestiti di pelle o cuoio, e talvolta anche verniciati. I materiali utilizzati sono il polistirolo (PS) nel caso di tacchi da rivestire e l’ABS nel caso di tacchi da verniciare.

La plastica viene fusa ed iniettata in stampi; questa innovazione ha portato alla possibilità di realizzare tacchi delle forme più svariate, spesso impensabili con i vecchi metodi. I tacchi particolarmente alti e sottili contengono un’anima in acciaio del diametro di 5 mm che si inserisce nello stampo prima di iniettarvi il materiale plastico.

Per proteggere il tacco dal contatto col pavimento si aggiunge il sottotacco, prodotto in poliuretano (PU), una plastica molto resistente all’abrasione.

L’utilizzo abituale e prolungato di tacchi alti (indicativamente sopra i 5 cm di altezza) può determinare una iperlordosi, con retrazione ed accorciamento del tendine di Achille.

La stringa o laccio da scarpa è un accessorio, che concorre alla chiusura della calzatura o di altre parti dell’abbigliamento. È un sottile laccio di cuoio (o una fettuccia di tessuto), terminante in un rinforzo, solitamente in plastica, che passando negli occhielli dei due lembi della tomaia permette, se tirato, di serrare la scarpa o lo stivale e, se allentato, di sfilare le calzature dal piede. Gli occhielli possono essere: semplici buchi, fori rinforzati in metallo, anelli fatti con un laccio o gancetti metallici.

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